Uscite cinematografiche. "Marco, l'enigma di una vita": un biopic necessario sulla memoria rubata

Innanzitutto gli archivi, le immagini reali. La vera storia è sullo schermo. Tra il 1940 e il 1943, più di 9.000 spagnoli furono internati nei campi di concentramento della Germania nazista. Tra cui molti repubblicani fuggiti in Francia alla fine della guerra civile spagnola. Franco divenne complice di Hitler.
Negli anni '60, i sopravvissuti all'Olocausto volevano recuperare la memoria, confrontare la Spagna con la storia e le sue responsabilità. Enric Marco, presidente dell'Associazione spagnola delle vittime dell'Olocausto, ha fatto di questa lotta la sua vita. Un grande testimone dell'orrore. Ma era un impostore: non era mai stato deportato. Quel che è peggio è che aveva collaborato. Lungi dal combattere il fascismo, si era arruolato come uno dei 20.000 spagnoli che lavoravano per il Terzo Reich in base all'accordo del 1941 tra Franco e Hitler.
Questo contenuto è bloccato perché non hai accettato i cookie e altri tracker.
Cliccando su "Accetto" verranno installati cookie e altri tracker e potrai visualizzarne i contenuti ( maggiori informazioni ).
Cliccando su "Accetto tutti i cookie" autorizzi il deposito di cookie e altri traccianti per l'archiviazione dei tuoi dati sui nostri siti e applicazioni ai fini della personalizzazione e del targeting pubblicitario.
Puoi revocare il tuo consenso in qualsiasi momento consultando la nostra politica sulla protezione dei dati . Gestisci le mie scelte
Aitor Arregi e Jon Garano ritraggono con forza le bugie, l'impostura e la caduta di questo ex leader dell'Associazione di Mauthausen, smascherato dallo storico Benito Bermejo, poco prima di condividere il palco nel campo omonimo con l'allora primo ministro spagnolo José Luis Rodríguez Zapatero.
Marco è un film biografico necessario e la storia di una memoria rubata. Il tutto è stato alimentato dalle interviste con lo stesso Enric Marco, dal materiale grezzo per la sceneggiatura del film e dalla preparazione dell'attore principale, Eduard Fernández, che era assolutamente poco chiara. L'attore osservava molto Marco, per imitare il suo linguaggio del corpo, i suoi tic linguistici, l'imitazione di un uomo tanto complesso quanto patetico.
Marco racconta l’opacità di un uomo, il suo enigma che resiste alle domande. Marco racconta anche la sua negazione: non si è mai pentito del suo inganno, sostenendo di aver svolto con il suo personaggio un dovere di memoria, la memoria delle vittime spagnole di Hitler, dimenticate negli anni del dopoguerra.
Marco, l'enigma di una vita di Aitor Arregi e Jon Garano, al cinema da mercoledì 14 maggio. Durata: 1 ora e 41 minuti.
L'Est Républicain